UNA RIFLESSIONE CHE POSSA ACCOMPAGNARE QUESTO ANNO GIUBILARE
Il 24 dicembre 2024 è iniziato il giubileo che papa Francesco ha voluto incentrato sul tema della SPERANZA.
“…questo è il Giubileo, questo è il tempo della speranza! Esso ci invita a riscoprire la gioia dell’incontro con il Signore, ci chiama al rinnovamento spirituale e ci impegna nella trasformazione del mondo…
A noi, tutti, il dono e l’impegno di portare speranza là dove è stata perduta: dove la vita è ferita, nelle attese tradite, nei sogni infranti, nei fallimenti che
frantumano il cuore; nella stanchezza di chi non ce la fa più, nella solitudine amara di chi si sente sconfitto, nella sofferenza che scava l’anima; nei giorni
lunghi e vuoti dei carcerati, nelle stanze strette e fredde dei poveri, nei luoghi
profanati dalla guerra e dalla violenza. Portare speranza lì, seminare speranza lì.
Il Giubileo si apre perché a tutti sia donata la speranza, la speranza del Vangelo, la speranza dell’amore, la speranza del perdono.” (papa Francesco 24.12.2024)
Vi proponiamo un estratto di una bella riflessione di Charles Péguy (per saperne di più, clicca qui). Un testo molto denso che può accompagnare quest’anno giubilare.
Lasciamoci accompagnare per mano da questa bambina che è la speranza!
La fede che più amo, dice Dio, è la SPERANZA.
La fede, no, non mi sorprende. La fede non è sorprendente.
La SPERANZA, dice Dio, la speranza, sì, che mi sorprende.
Che questi poveri figli vedano come vanno le cose e credano che domani andrà meglio.
Che vedano come vanno le cose oggi e credano che andrà meglio domattina.
Questo sì che è sorprendente ed è certo la più grande meraviglia della nostra grazia.
E dev’esser perché la mia grazia possiede davvero una forza incredibile.
E perché sgorga da una sorgente e come un fiume inesauribile. Questa piccola speranza che sembra una cosina da nulla.
Questa speranza bambina. Immortale.
La SPERANZA è una bambina insignificante.
Ma è proprio questa bambina che attraverserà i mondi. Questa bambina insignificante.
Lei sola, portando gli altri, attraverserà i mondi passati. Come la stella ha guidato i tre re dal più remoto Oriente. Verso la culla di mio figlio.
Così una fiamma tremante.
Una fiamma squarcerà delle tenebre eterne.
Si dimentica troppo che LA SPERANZA È UNA VIRTÙ, che è una virtù teologale,
e che di tutte le virtù, e delle tre virtù teologali, è forse quella più gradita a Dio.
Che è certamente la più difficile, che è forse l’unica difficile, e che probabilmente è la più gradita a Dio.
È lei, questa piccola, che spinge avanti ogni cosa.
La SPERANZA vede ciò che sarà. Nel tempo e per l’eternità.
Per così dire nel futuro della stessa eternità.
Ma la SPERANZA ama ciò che sarà. Nel tempo e per l’eternità.
Sulla strada in salita.
Trascinata, aggrappata alle braccia delle due sorelle maggiori, (cioè fede e carità)
Che la tengono per mano, La piccola speranza.
Avanza.
E in mezzo alle due sorelle maggiori sembra lasciarsi tirare. Come una bambina che non abbia la forza di camminare.
E venga trascinata su questa strada contro la sua volontà. Mentre è lei a far camminar le altre due.
E le due grandi camminan solo per la piccola.
Charles Péguy (da “Il portico del mistero della seconda virtù”)