Pensieri sul "Camino to COP" e sulla COP26

Nonostante le delusioni, la speranza

 

Fede, speranza e amore : tutti e tre sono stati necessari mentre camminavamo verso Glasgow e durante la nostra permanenza in quel luogo.  Ho partecipato al Camino to COP, un percorso di circa 500 miglia (la distanza da Londra a Glasgow), compiuto da un gruppo al quale, a Birmingham, si sono unite altre persone partite da Bristol. Pochi di noi hanno compiuto a piedi l’intero tragitto, ma anche coloro che ci hanno raggiunti per una giornata o qualche ora hanno “camminato verso Glasgow”, pieni di fede e fiducia che il risultato della COP26 sarebbe stato positivo e avrebbe portato una reale speranza, in particolare alle persone dei paesi in via di sviluppo maggiormente colpite dal cambiamento climatico.

Ho percorso le prime 120 miglia da Londra a Birmingham, in seguito mi sono recata a Glasgow per accogliere il gruppo (di circa 110 persone) che stava entrando nel parco Glasgow Green. Ricorderò come uno dei migliori momenti della mia vita il grido “Basia!” (il mio diminutivo polacco) che hanno levato quando mi hanno visto.

 

Fede, speranza e amore : tutti e tre sono stati necessari mentre camminavamo verso Glasgow e durante la nostra permanenza in quel luogo.  Ho partecipato al Camino to COP, un percorso di circa 500 miglia (la distanza da Londra a Glasgow), compiuto da un gruppo al quale, a Birmingham, si sono unite altre persone partite da Bristol. Pochi di noi hanno compiuto a piedi l’intero tragitto, ma anche coloro che ci hanno raggiunti per una giornata o qualche ora hanno “camminato verso Glasgow”, pieni di fede e fiducia che il risultato della COP26 sarebbe stato positivo e avrebbe portato una reale speranza, in particolare alle persone dei paesi in via di sviluppo maggiormente colpite dal cambiamento climatico.

Ho percorso le prime 120 miglia da Londra a Birmingham, in seguito mi sono recata a Glasgow per accogliere il gruppo (di circa 110 persone) che stava entrando nel parco Glasgow Green. Ricorderò come uno dei migliori momenti della mia vita il grido “Basia!” (il mio diminutivo polacco) che hanno levato quando mi hanno visto.

Pensieri sul Camino to COP e sulla COP26

Ero orgogliosa che noi pellegrini avessimo cominciato il corteo nel centro di Glasgow con numerosi altri gruppi che come noi avevano camminato verso Glasgow, ma da paesi assai distanti, come la Polonia e la Spagna.

Arrivati sul posto, siamo stati rapidamente raggiunti da gruppi provenienti da tutto il mondo. Non sono stata la sola a ritenere che gli incontri con le persone direttamente colpite dalla crisi climatica siano state le esperienze più commoventi e positive delle due settimane di Camino.

Ecco qualche ricordo più significativo :

Un pastore di Sydney, aborigeno, che è intervenuto in una sessione sui combustibili fossili, con la piattaforma Laudato Si’, Scottish Christian Aid e Trocaire. Era venuto con fede, ma con poca speranza, e attingeva alla saggezza dei suoi antenati per “camminare all’indietro verso il futuro”.

Un delegato della Sierra Leone che aveva perso l’alloggio e che è stato arrestato dalla polizia, prima di essere salvato da Yvonne, una donna africana del luogo, che l’ha portato a casa sua. Ha parlato all’inizio di una marcia per la giustizia dei migranti, che è inestricabilmente legata alla giustizia climatica.

Un’attivista keniota a una tavola rotonda organizzata da Christian Aid e Faiths for the Future. Doveva stare attenta a non essere troppo attiva, perché sapeva che la sua vita sarebbe stata in pericolo se fosse stata arrestata.

Abbiamo ricordato un giovane ugandese che è stato ucciso qualche giorno prima per il suo attivismo.

Un vivace attivista ambientale francese, che portava un enorme striscione sulla giustizia climatica, che ha camminato con noi ed era molto commosso di indossare il nostro “mantello della speranza”, il quale è stato un “compagno di pellegrinaggio” lungo il Camino. È formato da diverse toppe cucite da persone di tutto il paese, che esprimono le loro speranze, aspettative e sofferenze per il clima. L’abbiamo completato in alcune “soste di cucito” lungo la strada e sette donne hanno cucito tutta la notte prima che la COP iniziasse. Ogni mattina abbiamo camminato fino alla “Zona blu”, dove si riunivano i delegati, invitando loro e i leaders ad indossarlo, cantando una canzone appositamente creata (cfr www.coatofhopes.uk – il mantello è apparso anche in una caricatura sul Financial Times).

L’inizio della COP è stato preceduto da una veglia durata tutta la notte ; ogni giorno abbiamo organizzato delle veglie al di fuori della “Zona Blu”, dove passavano i delegati e gli osservatori. Diversi di loro si sono fermati a parlare con noi.  Molti ci hanno ringraziato per la nostra presenza e siamo stati intervistati da giornalisti di tutto il mondo. Le diverse reazioni suscitate hanno confermato il valore di questa attività promossa da cittadini comuni e l’attenzione mediatica ottenuta ha cambiato il tenore delle discussioni.

Ad esempio, una persona la cui azienda consiglia i governi su questi temi ha dichiarato che “ha partecipato a diverse COP, ma non ha mai visto prima un livello tale di protesta e non si dovrebbe sottovalutare questa differenza. Le persone scese in strada, venute da lontano per dimostrare fino a che punto siano interessate alla questione, hanno permesso una copertura mediatica di gran lunga maggiore, che esercita una pressione sui governi e i negoziati”. Indubbiamente i risultati riportati sono stati influenzati da questo. Alla fine, la COP26 si è rivelata un fallimento, ma “la temperatura” è cambiata.

Gli incontri sono proseguiti nelle due marce principali durante il fine settimana centrale. Il venerdì con i giovani e i Fridays for the Future e il sabato con oltre 100 000 persone a Glasgow e molte altre in tutto il mondo.

A quel punto i messaggi chiave sono diventati evidenti per me :

1) Niente più combustibili fossili. L’Autorità internazionale dell’energia è stata molto chiara su questo. È necessaria una giusta transizione, che sembra sempre più possibile grazie alla maggior efficienza e al costo ridotto delle energie rinnovabili.

2) L’enorme debito che il mondo sviluppato ha nei confronti dei paesi in via di sviluppo. La rivoluzione industriale e le sue conseguenze non solo hanno inquinato l’atmosfera e aumentato i “gas serra”, ma “l’esportazione” delle industrie più inquinanti in questi paesi continua ancora oggi. In Gran Bretagna facciamo la stessa cosa su scala minore : nell’est di Londra ci sono bambini che muoiono per l’inquinamento dell’aria e i tassi di asma e di altre malattie sono molto più alti nelle parti più inquinate del paese.

Questo enorme debito è stato riconosciuto a Parigi 6 anni fa e anche nelle COP precedenti, con la promessa di 100 miliardi di dollari all’anno ai paesi in via di sviluppo. Nella pratica è stato dato loro molto meno e la maggior parte di questo denaro è stato offerto come prestito e non come sovvenzione: un’ingiustizia continua ! Il Patto di Glasgow ha spostato leggermente la questione, con l’accordo di una continua discussione e revisione dei meccanismi. Questo per aiutare la mitigazione e l’adattamento.

Inoltre, c’è la questione di un vero e proprio “risarcimento” per le perdite e i danni che i paesi sviluppati hanno causato attraverso il colonialismo e lo sfruttamento continuo. Questo è un punto più controverso e la somma di denaro che potrebbe essere calcolata è enorme; quindi, i paesi sviluppati sono comprensibilmente cauti. È complicato perché pochi di noi (o anche i nostri antenati) sono personalmente responsabili, ma tutti siamo complici.

Una possibile risposta alle mie domande è quello che fa Christian Climate Action (CCA) – azione diretta non violenta. CCA è stata fondata circa 6 anni fa da un piccolo gruppo di cristiani impegnati, che erano consapevoli della crisi climatica e sentivano che troppo poco era stato fatto in risposta. Altre organizzazioni come Cafod, Christian Aid, Oxfam ecc. sono eccellenti sia nel sostenere direttamente le comunità, che nel sostenere il cambiamento. Anche la Piattaforma d’azione Laudato Si’ porta avanti le cose.

Ma alcuni di noi sentono il bisogno di intraprendere immediatamente e con forza un’azione più radicale e diretta, usando mezzi non violenti – come fa anche Pax Christi, e seguendo Ghandi e Martin Luther King.

Quando Extinction Rebellion si è formata nel 2019, CCA ha deciso di unirsi a loro e da allora abbiamo trovato forti alleati in XR Faith Bridge, che è stata la base per il nostro Camino to COP. Comprende persone di tutti i principali gruppi di fede in Gran Bretagna. Abbiamo organizzato veglie e proteste pacifiche, compresa la nostra presenza alla COP alla Veglia della Terra. Ma anche azioni più radicali, per esempio spruzzare il Tesoro con sangue finto nel 2019 e un’azione sugli investimenti in combustibili fossili da parte della Chiesa d’Inghilterra a St Paul in agosto. Allo stesso tempo un gruppo di noi prega insieme ogni mattina e ha una comprensione solida e condivisa del valore della creazione di Dio e del nostro dovere di preservarla come meglio possiamo (cfr www.christianclimateaction.org).

Cosa provo riguardo alla COP26 ? Un enorme senso di dolore per essere stata delusa dai leader mondiali che sembrano aver ampiamente ignorato il chiaro e potente “grido dei poveri”, che era visibile e rumoroso nelle strade di Glasgow e all’interno della COP stessa.

Ma ho anche un po’ di speranza grazie alle meravigliose persone che ho incontrato e ai miei compagni attivisti del CCA. C’è un grande bisogno che la gente si unisca a noi nel chiedere un cambiamento più radicale e rapido.

 

Articolo scritto da Barbara Wilson, amica del Cenacolo, novembre 2021

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