L’interculturalità : un dono e un compito per le nostre comunità


Vivere per quattro giorni con sorelle della provincia Europa-Togo, provenienti da diverse nazionalità e culture, è stato bello e arricchente.

L’esperienza appena vissuta dal 30 novembre sera al 4 dicembre sera al cenacolo di Roma ha lasciato dentro di me un senso di pace e di speranza. Sembra quasi un grande paradosso : negli ultimi tempi le notizie che arrivano dal mondo sono spesso un intercalare di notizie di guerra, fatti di violenza, un mondo che soffre e che sembra aver perduto il senso dell’umano, un mondo che fa fatica ad accogliere la diversità dell’altro. In questa cornice ho avuto la grazia di partecipare in questi giorni a una sessione, sul tema dell’interculturalità : “In cammino verso comunità internazionali”. In un clima di fiducia, accoglienza reciproca e dialogo profondo siamo state chiamate a condividere partendo dai nostri vissuti le esperienze molto varie e diverse dell’interculturalità.


I giorni sono stati molto intensi e mi sembra di aver vissuto un piccolo corso di esercizi spirituali. Ho ascoltato con interesse la relazione che ci è stata donata da padre Franck Peré, quello che mi è rimasto è che l’intercultarilità è un dono e un compito. Le sue parole mi hanno aiutato a prendere consapevolezza che viviamo in un mondo complesso e che noi siamo complesse, ma non complicate, che ogni esperienza di interculturalità provoca dentro di noi uno shock da accogliere, che richiede un cammino di adattamento e che può avere due risvolti : o l’accettazione o il rifiuto. In pochi giorni mi sembra di essere pian piano entrata in questo mondo così vario e complesso. Abbiamo condiviso tante esperienze delle nostre vite e delle nostre comunità e mi hanno toccato le condivisioni anche sofferte, ma fatte in un clima di grande ascolto, in verità. É stato un gran dono aver dato a ciascuna di noi la possibilità di condividere in libertà e grande rispetto.
L’interculturalità non è un abito, ma fa parte della nostra profonda identità. Al Cenacolo siamo chiamate a vivere questa interculturilità: inglesi, francesi, irlandesi, italiane, svizzere, togolesi. Potremo aggiungere anche le altre diverse culture di ogni sorella dell’intera congregazione ma siamo tutte chiamate per un’unica missione: testimoniare Dio uno e trino.


Partecipare a questa sessione mi ha fatto prender ancora di più consapevolezza che vivere in comunità interculturali è un dono da accogliere ma anche un compito che ogni giorno richiede un piccolo passo di maggiore libertà e apertura verso l’altra, per accoglierla, per cercare di capirla e permettere che l’altra esista con i suoi doni e i suoi difetti. Non è un cammino facile, ma accogliendo giorno per giorno il movimento che Dio fa in Gesù verso di noi e in noi diventa possibile. Una piccola goccia in un oceano, è questa un po’ la sensazione che sento, ma é una goccia che bisogna mettere ogni giorno.

Ringrazio il Signore per aver avuto la possibilità di partecipare a questo incontro e continuerò a chiedere un’apertura di cuore perché l’altra o l’altro diventi sempre di più per me una sorella e un fratello, un dono e una sfida.

La parola che mi è risuonata tante volte in questi giorni è stata: Togliti i sandali, la terra in cui stai é una terra sacra (Esodo 3,5)
Vivere con sorelle di altre culture mi chiama a togliermi i sandali, a togliere le etichette, i pregiudizi e, in punta di piedi, entrare in una terra sconosciuta ma che pian piano può diventare a me familiare e se il Signore mi darà forza e coraggio anche luogo sacro. Lui, il Signore di ogni nostra storia, mi dirà qualcosa di Lui, mi farà entrare sempre di più nel suo sogno che è quello di vivere in comunione con Lui e con gli altri, e se sarà possibile per noi lo puo’ essere anche per ogni uomo o donna che lo desidera e lo voglia.
Ci aspetta un lungo cammino, il cammino non è finito e il dono che possiamo accogliere è che Dio cammina con noi.

Nancy Badalamenti, comunità di Roma, sorella dall’Italia

Preghiera del momento