Giornata Internazionale dei Cristiani d’Oriente – 25 maggio 2025

L’unità nella diversità non è un ideale lontano!

«L’unità della Chiesa è arricchita dalla diversità delle sue tradizioni e delle sue espressioni. La sinodalità è il cammino per vivere questa unità senza uniformità, accogliendo i doni e le ferite di ciascuno.» (Sintesi del Sinodo sulla sinodalità numero 38).

L’unità della Chiesa non è uniformità: è una comunione viva nella ricchezza di tradizioni, lingue, riti e culture diverse, tutte chiamate ad ascoltarsi e a riconoscersi reciprocamente come doni di Dio.

«L’unità della Chiesa è arricchita dalla diversità delle sue tradizioni e delle sue espressioni. La sinodalità è il cammino per vivere questa unità senza uniformità, accogliendo i doni e le ferite di ciascuno.» (Sintesi del Sinodo sulla sinodalità numero 38).

L’unità della Chiesa non è uniformità: è una comunione viva nella ricchezza di tradizioni, lingue, riti e culture diverse, tutte chiamate ad ascoltarsi e a riconoscersi reciprocamente come doni di Dio.

Giornata Internazionale dei Cristiani d’Oriente – 25 maggio 2025

Fin dalle origini, l’Oriente cristiano ha offerto alla Chiesa universale immensi tesori spirituali: liturgie antiche, teologie profonde, scuole di spiritualità radicate nella Parola. Da quella terra biblica, i primi testimoni hanno portato la Buona Notizia di Cristo fino ai confini del mondo. Tuttavia, nel corso dei secoli, ferite, incomprensioni e divisioni hanno spesso lacerato questa unità visibile, indebolendo la testimonianza della Chiesa.

Ancora oggi, i cristiani d’Oriente, spesso minoranze esposte a persecuzioni e difficoltà, rimangono un segno forte di fedeltà al Vangelo e di speranza nella prova. La loro presenza è preziosa per tutta la Chiesa.

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La nostra missione apostolica

accompagnare ogni persona nell’incontro personale con il Cristo vivente,

aiutare a discernere la propria vocazione e

sostenere la crescita spirituale,

ci fa sentire profondamente unite al cammino dei cristiani d’Oriente.

Siamo chiamate a testimoniare

la pazienza di Dio, la perseveranza nella speranza e la gioia della fede

anche nella fragilità.

 

Già oggi si manifestano segni concreti di una comunione possibile:

  • Nel corso dell’Assemblea sinodale, a Roma, ci sono state varie celebrazioni secondo i riti orientali: rito bizantino, rito siro-malabarese, rito copto… Ogni liturgia ha offerto ai partecipanti un’esperienza viva di questa diversità, accolta come ricchezza e non come ostacolo.
  • Recentemente, durante le esequie di papa Francesco, erano presenti molti patriarchi delle diverse chiese d’Oriente.
  • Nella messa di inizio del pontificato di Papa Leone XIV i patriarchi riuniti in Piazza San Pietro, hanno cantato in greco un inno tradizionale per rendendere omaggio al Successore di Pietro.

L’unità nella diversità non è un ideale lontano: già si realizza con umiltà, nei gesti, nelle celebrazioni, negli incontri vissuti nello Spirito.

Ogni credente in Cristo è chiamato a contribuire, con la preghiera, il dialogo e l’apertura del cuore.

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In questo tempo pasquale, mentre ci prepariamo a ricevere nuovamente il dono dello Spirito nella Pentecoste, preghiamo insieme:

  • per una crescente e profonda unità tra Oriente e Occidente,
  • per il rinnovamento di tutta la Chiesa nell’amore di Cristo,
  • perché papa Leone XIV sia un segno di speranza, attento alla voce dello Spirito in tutte le tradizioni.

Maria, Nostra Signora del Cenacolo, interceda per noi e ci custodisca nella fedeltà, nella comunione e nella gioia del Risorto.

Preghiera del momento