Creare casa

Eco del Convegno Nazionale Vocazioni e Università 2024

Tre mesi dopo il mio arrivo in Italia, ho ricevuto con piacere – e un po’ di apprensione, visto il mio livello di conoscenza dell’italiano – l’invito della comunità a partecipare al Convegno nazionale su vocazioni e università, che si è tenuto a Roma dal 3 al 5 gennaio. Il Convegno si tiene ogni anno da oltre quarant’anni ed è rivolto a tutti coloro che si occupano delle vocazioni e svolgono un ministero nell’ambito universitario, ai formatori delle Congregazioni e dei Seminari, ai catechisti, ai novizi e ai seminaristi. Vi hanno partecipato quattrocento persone, in loco e a distanza.


lavoro di gruppo reazioni tramite QR code

Il tema di quest’anno “CREARE CASA” è ispirato a Christus vivit n°217:

“Fare “casa” in definitiva “è fare famiglia”; è imparare a sentirsi uniti agli altri al di là di vincoli utilitaristici o funzionali, uniti in modo da sentire la vita un po’ più umana. Creare casa è permettere che la profezia prenda corpo e renda le nostre ore e i nostri giorni meno inospitali, meno indifferenti e anonimi. È creare legami che si costruiscono con gesti semplici, quotidiani e che tutti possiamo compiere. Una casa, lo sappiamo tutti molto bene, ha bisogno della collaborazione di tutti. Nessuno può essere indifferente o estraneo, perché ognuno è una pietra necessaria alla sua costruzione. Questo implica il chiedere al Signore che ci dia la grazia di imparare ad aver pazienza, di imparare a perdonarci; imparare ogni giorno a ricominciare. E quante volte perdonare e ricominciare? Settanta volte sette, tutte quelle che sono necessarie. Creare relazioni forti esige la fiducia che si alimenta ogni giorno di pazienza e di perdono. E così si attua il miracolo di sperimentare che qui si nasce di nuovo; qui tutti nasciamo di nuovo perché sentiamo efficace la carezza di Dio che ci rende possibile sognare il mondo più umano e, perciò, più divino»” (“Christus vivit”: Esortazione Apostolica post-sinodale ai Giovani e a tutto il Popolo di Dio (25 marzo 2019) | Francesco (vatican.va)

Un tema molto bello per riflettere sulla pastorale vocazionale. Le conferenze sono state di grande qualità e interessanti.


Relazione di Chiara PalazziniNon ho partecipato al primo giorno del Convegno perché ero impegnata nell’accompagnamento spirituale degli Esercizi che si stavano svolgendo nella nostra casa e che sono terminati il 4 mattina. Tra gli interventi che ho ascoltato, mi è piaciuto particolarmente quello di Chiara Palazzini, docente all’Università Lateranense, che ha intitolato il suo discorso con questa frase di Christus vivit: “Legami che si costruiscono con gesti quotidiani che tutti possiamo fare”. Una donna che ha parlato con convinzione e concretezza della necessità di “aprire una finestra sulla speranza” vivendo una qualità di relazione che diventa testimonianza. E per farlo: “coltivare la nostra umanità, perché non possiamo dare ciò che non abbiamo” e fare in modo che “in ogni relazione la persona sia al centro… per rendere l’altro coautore della propria esistenza”. La cura inizia prima della terapia, con relazioni autentiche e calorose e con la disponibilità all’ascolto, nel rispetto di sé e degli altri. Ciò presuppone la consapevolezza del nostro stato emotivo e del fatto che le nostre parole non verbali parlano più delle parole. La dottoressa ha anche parlato, tra le altre cose, della capacità di stupirsi, di accettare i propri limiti e di gestire la frustrazione.

Relazione di Chiara Palazzini

Relazione tenuta dalla prof.ssa Chiara Palazzini al Convegno Nazionale Vocazioni e Università, Roma 4 gennaio 2024

Il Chistus Vivit è ancora attuale

Relazione di Francesca Martin


La mattina seguente, gli interventi si sono concentrati sul post-umanesimo. Non capivo bene il legame con il tema del convegno, ma una professoressa di filosofia morale dell’Università di Padova, Francesca Marin, ha tenuto una brillante presentazione sulle diverse correnti del post-umanesimo e sulle sfide antropologiche che esse sollevano. Grazie a lei, ho finalmente compreso le differenze tra i promotori e i sostenitori di questa corrente di pensiero… e di azione.

Questi sono stati i due interventi che mi hanno colpito di più. La partecipazione a questo convegno mi ha dato la percezione di un modo di concepire la formazione degli animatori pastorali a cui non ero abituata, ma di cui ho assaporato la profondità e l’ampiezza di vedute.

Il Chistus Vivit è ancora attuale.


Suor Marie Dolores, comunità di Roma 

Preghiera del momento