Il 9-10 ottobre a Roma si apre solennemente il cammino sinodale che impegnerà la Chiesa per due anni. Il documento preparatorio, Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione, delinea con chiarezza il tema su cui Papa Francesco invita a riflettere.

Durante il primo millennio, “camminare insieme”, cioè praticare la sinodalità, era il modo di procedere abituale della Chiesa concepita dal come “popolo che deriva la sua unità dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (cfr Lumen Gentium).

Ma, “come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale ?”

Il documento chiarisce che il senso del cammino a cui tutti siamo chiamati è “scoprire il volto e la forma di una Chiesa sinodale, in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Popolo fedele, Collegio episcopale, Vescovo di Roma : l’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo”.

L’ambizione di questa riforma sarebbe quella di permettere un vero rinnovamento delle relazioni tra tutte le forze vive che compongono la Chiesa per non lasciare nessuno ai margini, dando voce ai giovani, alle donne, ai poveri, agli esclusi… un migliore ancoraggio al reale e al presente al servizio del bene comune, perché tutto è connesso, come spiega Papa Francesco nella sua enciclica Laudato Si’.

Secondo Nathalie Becquart, sottosegretario del Sinodo, “la sinodalità è un altro modo di essere e di pensare la Chiesa. Si tratta di riscoprire la natura stessa della Chiesa dei primi secoli, per meglio raggiungere i nostri contemporanei. Questo è l’unico modo per trasmettere la fede”.

Questo processo è ambizioso. Papa Francesco vuole muoversi rapidamente perché la Chiesa “riscopra di essere un popolo che vuole camminare insieme”, al proprio interno e con tutta l’umanità.

Per approfondire : Sinodo 2021-2023