Pregare
Nel cuore di ogni persona c’é una spinta che la porta a non accontentarsi. La preghiera ci fa entrare in noi stessi per metterci in ascolto dei desideri più profondi che ci abitano. Ci permette di entrare in dialogo con il Signore che ci ha donato la vita e ci ama.
Pregare non è dire delle preghiere, ma è entrare in dialogo con Dio: è parlargli e ascoltarlo, come si fa tra amici. La preghiera non cambia la realtà, ma cambia in noi il nostro modo di guardare la vita, le persone, noi stessi. La preghiera non ci toglie le difficoltà, ma ci dà la forza per affrontarle. Non è il prezzo da pagare per ottenere quello che chiediamo a Dio, ma è un incontro gratuito con una persona importante.
Ricordati che la preghiera è un appuntamento con il Signore. Forse ti può aiutare :
- segnarti sull’agenda questo appuntamento, come fai con tutti gli altri impegni;
- creare nella tua casa un piccolo «angolo della preghiera », in cui puoi mettere un’icona, un’immagine di Gesù, una candela;
- iniziare gradualmente e con dei momenti di preghiera brevi.
Il nostro ritmo di vita, che ci obbliga a correre, non aiuta ad entrare in un clima di preghiera! È normale fare fatica. È importante che tu ti dia il tempo per metterti alla presenza del Signore e per accogliere il suo sguardo su di te. Ascoltalo chiederti: « Come stai? » e rispondigli con semplicità. Fare questo è già pregare.
Certo! Pregare è entrare in relazione con il Signore e un rapporto si costruisce con il tempo. All’inizio si è un po’ distanti, come il Piccolo Principe con la volpe. In seguito ci si avvicina e ci si addomestica a vicenda!
Sì! La preghiera è la relazione con il Signore e in essa si può crescere in amicizia, familiarità, fiducia, ascolto, autenticità, impegno…
Ci sono vari modi: ascolto della Parola di Dio, esame di coscienza, preghiera con i sensi, con il respiro, con la propria vita … Ciò che li accomuna è che in ognuno di essi si entra in relazione con il Signore con tutte le dimensioni della persona: Egli tocca l’intelligenza, la volontà, gli affetti, la memoria, il corpo.
In ogni incontro con gli altri, si è presi da quello che si vive e solo in seguito, ripensando a ciò che è successo, si prende veramente coscienza di ciò che si è vissuto. Quando preghi accade lo stesso. È solo in un secondo tempo, attraverso la rilettura della preghiera, che puoi comprendere a fondo ciò che il Signore ti ha comunicato e come la relazione con Lui ti interpella.
Sì, è molto utile avere un quaderno in cui scrivere qualche riga di ciò che è successo nella preghiera: le parole della Scrittura che ti hanno colpito di più, i sentimenti provati, le richieste fatte e i doni ricevuti… Scrivere ti dà la possibilità di fare chiarezza sul tuo cammino, di comprenderlo meglio, di intuirne la direzione e di conservarne il ricordo.
Sì, è un modo per condividere la fede e sostenersi nel cammino, soprattutto se ti è difficile pregare da solo.
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