La spiritualità delle Suore del Cenacolo
“Vivere al Cenacolo è vivere con Maria, è, come lei, lasciarsi
guidare dallo Spirito per
comunicare Cristo agli altri”
Costituzioni delle Suore del Cenacolo.
Gli Atti degli Apostoli ci aiutano ad intuire il ruolo di Maria dopo la morte e la resurrezione di Gesù ed in particolare tra la sua Ascensione al cielo e il dono dello Spirito il giorno di Pentecoste. Gli undici apostoli si rinchiudono nel Cenacolo con altri uomini e donne che hanno seguito Gesù.
Maria è colei che crede nell’adempimento della Parola e non si abbatte. Accompagna tutti coloro che sono al Cenacolo perché abbiano fiducia nelle parole di Gesù: manderò su di voi lo Spirito Santo. Maria aiuta a dimorare nell’attesa dello Spirito, a credere che la morte è stata vinta e che la vita di suo Figlio trionferà.
In che modo Maria compie tutto questo?
Al Cenacolo si fa memoria di Gesù e delle sue parole, dei suoi gesti, delle sue promesse e tutti sono perseveranti e concordi nella preghiera. Il compimento del mistero del Cenacolo si ha con l’irruzione dello Spirito santo nella “stanza superiore”. Il giorno di Pentecoste lo Spirito trasforma gli Apostoli in ardenti testimoni e messaggeri di Gesù Cristo.
Oggi...
“Vivere al Cenacolo è vivere con Maria, è, come lei, lasciarsi
guidare dallo Spirito per
comunicare Cristo agli altri”
Costituzioni delle Suore del Cenacolo.
Gli Atti degli Apostoli ci aiutano ad intuire il ruolo di Maria dopo la morte e la resurrezione di Gesù ed in particolare tra la sua Ascensione al cielo e il dono dello Spirito il giorno di Pentecoste. Gli undici apostoli si rinchiudono nel Cenacolo con altri uomini e donne che hanno seguito Gesù.
Maria è colei che crede nell’adempimento della Parola e non si abbatte. Accompagna tutti coloro che sono al Cenacolo perché abbiano fiducia nelle parole di Gesù: manderò su di voi lo Spirito Santo. Maria aiuta a dimorare nell’attesa dello Spirito, a credere che la morte è stata vinta e che la vita di suo Figlio trionferà.
In che modo Maria compie tutto questo?
Al Cenacolo si fa memoria di Gesù e delle sue parole, dei suoi gesti, delle sue promesse e tutti sono perseveranti e concordi nella preghiera. Il compimento del mistero del Cenacolo si ha con l’irruzione dello Spirito santo nella “stanza superiore”. Il giorno di Pentecoste lo Spirito trasforma gli Apostoli in ardenti testimoni e messaggeri di Gesù Cristo.
Oggi per noi si realizza la stessa dinamica: dimoriamo nell’attesa dello Spirito e, trasformate da questo fuoco in ardenti apostole, annunciamo attraverso le parole e le azioni, che la vita si trova in Gesù Cristo. Questa esperienza che sostiene il modo di vivere e il lavoro quotidiano delle Suore del Cenacolo, è vissuta anche da coloro che attraverso la missione delle Suore entrano in questo dinamismo di vita e di fede.
“Il mistero del Cenacolo esprime la nostra missione nella Chiesa e il significato della presenza di Maria nella nostra spiritualità. È il mistero della prima assemblea della Chiesa nascente con Maria, mistero di attesa e di invocazione nella preghiera e nel ritiro, completamente orientato verso l’effusione dello Spirito che manda gli apostoli, rivestiti di potenza dall’alto, fino agli estremi confini della terra.”
Costituzioni delle Suore del Cenacolo.
Non è facile spiegare una spiritualità nata cinquecento anni fa eppure così moderna da nutrirci ancora oggi. La spiritualità ignaziana si fonda sull’esperienza spirituale di S. Ignazio di Loyola. Ci è trasmessa attraverso la sua Autobiografia e i suoi Esercizi Spirituali.
Alcuni tratti salienti:
- Uno sguardo positivo sull’uomo e su tutta la creazione. La spiritualità ignaziana prende in considerazione la persona nella sua totalità (corpo, anima, spirito, affettività, volontà, intelligenza…) e l’accompagna nella relazione con il Creatore, il Dio della vita che desidera il bene dell’uomo.
- Un’immagine di Dio come colui che si fa vicino, che dona senza calcolo, che, in Gesù si fa compagno nel cammino. Un Dio che parla al cuore della persona, che la vuole libera e che ne rispetta la libertà.
- Un modo di trovare Dio nel quotidiano. Attraverso uno sguardo contemplativo e la capacità di riconoscere l’azione di Dio nella propria vita e nel mondo, la persona impara a trovare Dio in tutte le cose e a diventare “contemplativa nell’azione”.
- Un modo di impegnarsi e di promuovere la giustizia. Nella certezza che Dio è già all’opera nel cuore delle persone e nel mondo, la spiritualità ignaziana aiuta ad impegnarsi al servizio degli altri nella...
Non è facile spiegare una spiritualità nata cinquecento anni fa eppure così moderna da nutrirci ancora oggi. La spiritualità ignaziana si fonda sull’esperienza spirituale di S. Ignazio di Loyola. Ci è trasmessa attraverso la sua Autobiografia e i suoi Esercizi Spirituali.
Alcuni tratti salienti:
- Uno sguardo positivo sull’uomo e su tutta la creazione. La spiritualità ignaziana prende in considerazione la persona nella sua totalità (corpo, anima, spirito, affettività, volontà, intelligenza…) e l’accompagna nella relazione con il Creatore, il Dio della vita che desidera il bene dell’uomo.
- Un’immagine di Dio come colui che si fa vicino, che dona senza calcolo, che, in Gesù si fa compagno nel cammino. Un Dio che parla al cuore della persona, che la vuole libera e che ne rispetta la libertà.
- Un modo di trovare Dio nel quotidiano. Attraverso uno sguardo contemplativo e la capacità di riconoscere l’azione di Dio nella propria vita e nel mondo, la persona impara a trovare Dio in tutte le cose e a diventare “contemplativa nell’azione”.
- Un modo di impegnarsi e di promuovere la giustizia. Nella certezza che Dio è già all’opera nel cuore delle persone e nel mondo, la spiritualità ignaziana aiuta ad impegnarsi al servizio degli altri nella società, nella chiesa e nel mondo.
Alcuni mezzi che la spiritualità ignaziana offre per diventare uomini e donne contemplativi nell’azione:
- L’esperienza degli Esercizi spirituali per mettere ordine nella propria vita, orientarla verso Dio e prendere decisioni secondo il Vangelo
- La preghiera in diverse forme, che coinvolgono tutte le dimensioni della persona. In primo luogo, la preghiera con la Parola di Dio, la contemplazione di Gesù, del suo modo di vivere, di amare, di donarsi, ma anche la preghiera a partire dalla propria vita, la preghiera del cuore, la preghiera con i sensi.
- L’accompagnamento spirituale che, attraverso il discernimento spirituale e la rilettura di vita, permette di riconoscere nelle proprie esperienze la presenza del Signore e i luoghi di combattimento spirituale.
Padre Stefano Terme, durante tutta la sua breve ed intensa vita, è stato animato da un ardente amore per Gesù Cristo, che gli ha donato l’audacia del missionario e la creatività del fondatore. “Non è sufficiente voler servire Dio, bisogna voler farlo nel modo in cui lo vuole Egli stesso”. In questa espressione ritroviamo qualcosa della spiritualità ignaziana. Infatti, la scoperta degli Esercizi spirituali di S. Ignazio dà un orientamento al suo desiderio di far conoscere e amare Gesù e un mezzo privilegiato per realizzarlo. Padre Terme ha la grande intuizione che siano le suore da lui radunate a Lalouvesc a dare gli esercizi spirituali alle donne. Egli consacra la piccola congregazione nascente a Maria, la madre di Gesù. Questo atto sarà ripetuto da Teresa Couderc che, nel mezzo di una prova che la giovane congregazione attraversa alla morte di P. Terme, a lei consacra se stessa e tutte coloro che faranno parte della Congregazione. Teresa mette sotto la protezione di Maria tutte le persone che vivranno gli esercizi spirituali al Cenacolo. A lei chiede la grazia di essere sempre animata dallo spirito di Gesù Cristo. Attraverso questi atti, i due fondatori delle Suore del Cenacolo hanno...
Padre Stefano Terme, durante tutta la sua breve ed intensa vita, è stato animato da un ardente amore per Gesù Cristo, che gli ha donato l’audacia del missionario e la creatività del fondatore. “Non è sufficiente voler servire Dio, bisogna voler farlo nel modo in cui lo vuole Egli stesso”. In questa espressione ritroviamo qualcosa della spiritualità ignaziana. Infatti, la scoperta degli Esercizi spirituali di S. Ignazio dà un orientamento al suo desiderio di far conoscere e amare Gesù e un mezzo privilegiato per realizzarlo. Padre Terme ha la grande intuizione che siano le suore da lui radunate a Lalouvesc a dare gli esercizi spirituali alle donne. Egli consacra la piccola congregazione nascente a Maria, la madre di Gesù. Questo atto sarà ripetuto da Teresa Couderc che, nel mezzo di una prova che la giovane congregazione attraversa alla morte di P. Terme, a lei consacra se stessa e tutte coloro che faranno parte della Congregazione. Teresa mette sotto la protezione di Maria tutte le persone che vivranno gli esercizi spirituali al Cenacolo. A lei chiede la grazia di essere sempre animata dallo spirito di Gesù Cristo. Attraverso questi atti, i due fondatori delle Suore del Cenacolo hanno attribuito a Maria un ruolo speciale. Questo ruolo particolare della Madonna ci condurrà a riconoscere in ciò che viviamo il mistero del Cenacolo.
In tutta la sua vita Teresa ha fatto esperienza di un Dio di bontà, di cui ci possiamo fidare. Dirà: “Dio è buono, è più che buono, è la Bontà, non voglio dimenticarlo”. Nella sua vita ha imparato a consegnarsi all’azione dello Spirito Santo e in un testo in cui ha condiviso un’esperienza mistica, ci consegna il suo segreto: “Il grande mezzo per entrare nella via della perfezione e della santità è di CONSEGNARSI al nostro buon Dio”.
“L’eredità lasciata dai nostri Fondatori è il frutto della loro docilità allo Spirito santo. Il padre Terme e la Madre Teresa hanno ricevuto un carisma destinato a dare alla Chiesa una congregazione dedicata a risvegliare la fede e ad aiutare ad approfondirla”
Costituzioni delle Suore del Cenacolo.
"Il grande mezzo per entrare nella via... della santità è di consegnarsi al nostro Buon Dio ... Se ne faccia l'esperienza e si vedrà che qui si trova la vera felicità cercata invano altrove." (Santa Teresa Couderc)
UN TESTO FONDATORE : SE LIVRER
È uno scritto della S. Teresa Couderc datato 26 giugno 1864 sul quale lei scrive “à garder”, da conservare.
Sarà troverà dopo la sua morte.
Per noi suore del Cenacolo il Se Livrer è un testo fondante la nostra spiritualità che impregna e orienta la nostra vita.
«Già più volte Nostro Signore mi aveva fatto capire come sia utile per il progresso di un’anima che aspira alla perfezione, consegnarsi senza riserve all’azione dello Spirito Santo. Ma questa mattina, la sua divina bontà si è compiaciuta di darmene nuovamente una intuizione tutta particolare. Stavo per cominciare la meditazione quando ho udito il suono di molte campane che chiamavano i fedeli ai divini Misteri.
Ho desiderato in quel momento unirmi alle Messe che si celebravano e perciò ho orientato la mia intenzione per prendervi parte. Ho visto allora, con un solo sguardo, tutto il mondo cattolico e un gran numero di altari dove si immolava contemporaneamente la Vittima adorabile. Il sangue dell’Agnello senza macchia si spargeva a profusione su ciascuno di essi e tutti mi apparivano avvolti da una nube leggerissima che saliva verso il cielo.
Alla vista di una soddisfazione così abbondante che Nostro Signore offriva per noi, la mia anima veniva afferrata e penetrata da un sentimento di amore e di riconoscenza, e nello stesso tempo di grande stupore che non ne fosse santificato il mondo intero. Chiesi come mai il sacrificio della Croce, offerto una sola volta, è stato sufficiente per salvare tutte le anime, mentre, rinnovato tante volte, non basta a santificarle tutte. Ecco la risposta che mi parve capire: il sacrificio in sé è senza dubbio sufficiente, e il sangue di Gesù Cristo più che sufficiente per santificare un milione di mondi, ma le anime mancano di corrispondenza e di generosità. Ora il grande mezzo per entrare nella via della perfezione e della santità è di consegnarsi al nostro Buon Dio.
Ma che cosa è questo “consegnarsi”? Comprendo tutta la portata di tale parola, ma non riesco a spiegarla. So soltanto che ha un senso vastissimo, che abbraccia il presente e l’avvenire. Consegnarsi, è più che dedicarsi, è più che donarsi, è anche qualche cosa di più che abbandonarsi a Dio. Consegnarsi, insomma è morire a tutto e a se stessi, non più occuparsi dell’io che per tenerlo sempre rivolto a Dio.
Consegnarsi, è ancora non cercarsi più in nulla né per il corpo né per lo spirito, cioè non cercare più la propria soddisfazione ma unicamente la volontà di Dio. Devo aggiungere che consegnarsi è anche quello spirito di distacco che non si lega a nulla, né alle cose, né alle persone, né al tempo, né ai luoghi. È aderire a tutto, accettare tutto, sottomettersi a tutto.
Ma si penserà che ciò sia molto difficile da realizzare. Tutt’altro: non vi è nulla di così facile e dolce da praticarsi. Tutto sta nel fare una sola volta un atto generoso dicendo con piena sincerità: Mio Dio, voglio essere completamente tua, degnati di accettare la mia offerta. E tutto è detto. Si cercherà poi di mantenersi in questa disposizione d’animo e non indietreggiare mai davanti ai piccoli sacrifici che possono servire al nostro progresso nella virtù. Non dimenticare il dono che si è fatto.
Chiedo a Nostro Signore di dare l’intelligenza di questa parola a tutte le anime desiderose di piacere a Lui e di suggerire loro un così facile mezzo di santificazione. Oh! se si potesse prevedere quale dolcezza e quale pace si gusta quando non si pongono limiti a Dio! Come Egli si comunica all’anima che lo cerca sinceramente e che ha saputo consegnarsi. Se ne faccia l’esperienza e si vedrà che qui si trova la vera felicità cercata invano altrove. L’anima consegnata ha trovato il paradiso sulla terra; poiché gode quaggiù quella dolce pace che forma in parte la felicità dei Beati.»